Giovanni Jannuzzi

1730-1799

martire del 23 marzo 1799

 

 

 

“Giovanni Jannuzzi del fu Stefano, nobile della città di Andria,

nacque nel 1730”.“All’età di ventisei anni, nel dì 8 gennaio 1756 ottenne il privilegio ad unanimità e con massima lode di Dottore in Diritto Civile Canonico del Collegio dei Dottori di Napoli, con facoltà di leggere, spiegare, interpretare, salire la Cattedra in qualità di Maestro e di compiere pubblicamente e di esercitare in Napoli od altrove, tutti gli atti Dottoriali”. “Nel secolo passato i dottori in legge erano tenuti in gran conto, e per dignità ed onoreficenza erano eguagliati ai cavalieri ed ai prelati”. “Egli si rese benemerito in questa città natìa per dottrina, probità ed opere di beneficenza, disimpegnò con integrità e grande onore uffici pubblici, e prestò sempre il suo ufficio di consulente

ed arbitrò in private vertenze riportando ben meritata riconoscenza”.

“Fu eletto molte volte a importanti cariche nella Città e poi riconfermato.

Fu infatti Carmerlengo dei Nobili, Giudice della

Università, Priore dell’Ospedale Civile, verso cui fu largo in offerte

e sussidi. Quantunque nobile fu sempre accanto al popolo che in

lui trovava un amico leale, uno strenuo difensore dei propri diritti

conculcati”. “Dopo la Rivoluzione Francese e con l’avvento della

Repubblica Napoletana, le truppe francesi, al comando del

Generale Proussier assediarono Andria per espugnarla e fu in

quella occasione che essa il 23 marzo 1799 oppose una strenua

difesa e fu saccheggiata dalla soldatesca che, abbandonata dal suo

Comandante, commise atti di strage che la insanguinarono con

circa seicento morti”. “In quei momenti Giovanni Jannuzzi che aveva provveduto amettere in salvo la sua famiglia affidandola al suo fido fattore Zaccardi, volle rimanere in città percorrendola da un capo all’altrosoccorrendo i feriti ed incoraggiando i superstiti, sino a quando stremato rientrò in casa e dopo aver percorso la scala della sua abitazione inVia S. Bartolomeo,continuava ad invitare i suoi concittadini alla calma, fu da un archibugio colpito in pieno petto ed il suo corpo rotolò per lo scalone, avanti riportato.“Fu sepolto nella tomba di famiglia che era sotto il Presbiteriodella Cattedrale”. Ad un secolo dalla sua morte, il 23 marzo 1899, vi fu un solenne funerale celebrato da Mons.

Stefano Porro-Jannuzzi, nella Chiesa di S. Francesco adiacente al Cappellone dell’Arciconfraternita dell’Addolorata cui parteciparono, con tutte le autorità cittadine civili e religiose, i numerosi suoi discendenti. Di Lui in una epigrafe dettata dal Canonico Prof. GiuseppeSgaramella è detto: Fortuna - fu prospera in vita - dandogli nobiltàe censo - avversa in morte – facendolo vittima innocente del23 marzo 1799.Pregevole una monografia scritta

da un suo illustre nipote Leone Jannuzzi.È auspicabile che ricorrendo

tra un anno il bicentenario di quella tristissima

giornata per la Città di Andria, essa venga

solennemente commemorata.