Pio Jannuzzi

1904 - 1985

Ambasciatore d’Italia

 

 

Nato in Andria il 29 luglio 1904, studiò nel Ginnasio Carlo Troja

di Andria e nel Liceo Davanzati di Trani, dove diciassettenne conseguì

brillantemente la licenza liceale. Egli fu sempre compagno di studi di suo fratello maggiore Onofrio, che per sua precocità aveva raggiunto dalla prima ginnasiale fino alla laurea in giurisprudenza, conferita ad entrambi il 14luglio 1925 con il massimo dei voti, nella Università “La Sapienza” di Roma. Nel maggio del 1926, non ancora ventiduenne, entrò per concorso nella carriera direttiva del Ministero delle Colonie e dieci mesi dopo si imbarcò per Tripoli, capitale della prima Colonia italiana. Dopo due anni di permanenza in Libia, per sua domanda, ritornò al Ministero dove si occupò sempre degli affari riguardanti l’Africa Settentrionale, sino a quando, nel 1931, maturò un secondo trasferimento, questa volta per l’Eritrea, sottoponendosi, come lui stesso ha scritto in un volume di memorie, al battesimo del verocoloniale. In tale periodo gran parte del suo lavoro lo svolse ad Asmara, dove nel 1935, con l’istituzione dell’Alto Commissariato per l’Africa Orientale, affidato al Maresciallo De Bono prima, ed al Maresciallo Badoglio poi, fu nominato Vice-Capo di Gabinetto.

Con la conquista di Adis-Abeba si formò il nuovo Governo

Generale dell’Africa Orientale comprendente Etiopia, Eritrea e

Somalia ed egli invitato a parteciparvi, vi aderì. Nella stessa città vi

fu, il 19 febbraio 1937 un famoso attentato con lancio di bombe

da parte dei ribelli etiopici, che durante un’importante cerimonia

presieduta dal Viceré Graziani, provocarono alcuni morti e feriti

gravi, tra cui lo stesso Viceré. Egli, che era sul palco, fu raggiunto

da alcune schegge una delle quali, mai estratta, gli rimase a ricordo

di quell’episodio. Nel novembre del 1937 ritornò al Ministero, intanto ribattezzato Ministero dell’Africa Italiana. Con l’inizio della guerra egli fu, nel1940, militarizzato con il grado di Capitano e destinato in Tunisia per seguire i lavori della Commissione dell’Armistizio con la Francia.

Nel 1943, caduto il fascismo e con il sentimento del dovere di

obbedire agli ordini dei suoi superiori di sempre, seguì in alta

Italia il Governo della Repubblica Sociale pur sicuro della sorte

che ad esso sarebbe toccata. Nel 1947, dopo l’avvento della Repubblica in Italia, il Ministero dell’Africa Italiana sopravvisse qualche anno per assolvere a questioni burocratiche. Con il suo successivo dissolvimento i suoi funzionari furono destinati ad altre Amministrazioni, ed Egli nel1952 fu, tra i pochi, destinato al Ministero degli Esteri dove tra l’altro si occupò dei rapporti con le ex-colonie fino a diventare Reggente la Direzione Generale incaricata dell’Amministrazione fiduciaria della Somalia affidata dalle Nazioni Unite all’Italia. Fu nominato nel 1957 Ministro Plenipotenziario, due anni più tardi Ambasciatore d’Italia a La Paz, in Bolivia. Qui, svolse il suo lavoro in un periodo insolitamente calmo per

la vita politica di quel Paese, potendo così attivamente adoperarsi

ad incrementare i rapporti spirituali ed economici con l’Italia.

Dopo cinque anni e mezzo in questa sede gli fu affidata una

nuova Ambasciata sempre dell’America Latina, e passò così nel

Guatemala. Nell’agosto 1969, raggiunti i limiti di età e dopo 45 anni di intenso lavoro, concluse il capitolo della sua vita completamente

dedicato al servizio dello Stato. Conferitogli il massimo grado,

quello di Ambasciatore, fu insignito dell’Onorificenza di Grande

Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica che si aggiunse alle onorificenze di Cavaliere di Gran Croce attribuitogli dai

Governi boliviano e guatemalteco, alla Croce al Merito di guerra

ed alla Medaglia commemorativa delle operazioni militari in

Africa Orientale. Rientrato nella vita privata, tornò in quella Roma che tanta parte aveva avuto nella sua vita, e dimorò nella sua casa a Monte Mario, che lasciava per i lunghi periodi di villeggiatura estiva trascorsi ogni anno ad Andria con i suoi, in un’ala di sua proprietà dell’antica villa di famiglia. Sposò il 19 gennaio 1959 Maria Rosaria dei Baroni Bianchi di Donnasibilla di Trani ed ebbero un figlio GIOVANNI nato nel1960 a Buenos Aires, attualmente anche egli in Diplomazia quale Primo Segretario di Ambasciata sposato ad Anna Orlandi Contucci. Hanno una figlia di nome Laura.

Pio morì a Roma il 22 agosto 1985 e riposa ora nella Cappella

di famiglia ad Andria con i suoi cari che lo hanno preceduto.

Da tutti è ricordato come uomo di grande rettitudine morale e

spiccata linearità; dal tratto aperto e gioviale, rimane un esempio

per tanti di signorilità e stile. Nella professione ha goduto della

massima stima come accorto ed apprezzato diplomatico e soprattutto

come fedele servitore dello Stato.