Il primo Palazzo della famiglia in Andria fu quello in via, oggi,

Prof. Stefano Jannuzzi, adiacente alla Chiesa di S. Bartolomeo e

con essa comunicante, nel centro storico della città, nei pressi del

Palazzo Ducale. Il ricordo di questo è legato all’eccidio, già menzionato, quando perì, trucidato, Giovanni Jannuzzi.

È abitato da Livia D’Urso, vedova del Generale dei Carabinieri

Lelio Vaccarella, la cui madre fu Teresa Jannuzzi, e di esso Lei è

amorevole e degna custode.

 

 

 

 

 

 

Due Palazzi della Famiglia sono quelli costruiti ai primi dell’Ottocento, uno a Porta Castello e l’altro all’inizio di Via Trani. Essi però appartenenti a due rami estinti, intorno al 1960, furono abbattuti ed al loro posto sono sorti due grandi palazzi a dodici piani, che avrebbero dovuto essere la cerniera tra Andria antica e Andria moderna, essendo siti subito al di fuori del perimetro delle antiche mura della città.

 

 

 

 

Altro palazzo si deve ad Emanuele Jannuzzi a Bari, colà trasferitosi,

nel 1861, progetto dell’Architetto Luigi Revest di Napoli, costruttori

i fratelli Buonvino, allineato su via Abate Gimma, angolo

via de Rossi, così come appare dall’immagine sottostante. Esso

presenta ai fianchi del grande portone d’ingresso due colonne doriche

su alti plinti a piano terra. Quest’immobile che è denominato

“Palazzo Jannuzzi XIX”, significativa esemplificazione di architettura

neoclassica, nel Borgo Murattiano di Bari, riveste interesse

storico-artistico, e pertanto così è stato dichiarato ai sensi della

legge 1/6/39 e sottoposto a vincolo con Decreto Ministeriale del

23/10/1991.Esso è composto di un vasto appartamento al piano nobile che è di proprietà dell’Avv. Gianfranco Ceci, ereditato da sua madre Wanda Jannuzzi e che lo abita con la moglie Tilde Nisio, ed altro al piano superiore abitato da suo figlio Umberto con la propria famiglia(non visibile).Gli otto grandi magazzini a piano terra sono di proprietà dei fratelli Vittorio e Umberto Jannuzzi del fu Ferdinando.

 

 

Nel 1886, poi, il Conte Sebastiano fece erigere un sontuoso

Palazzo in Andria a Via Ruggero Settimo, oggi Via Senatore

Onofrio Jannuzzi. Di esso è notevole il balcone centrale ed il grande portone d’accesso al vasto androne in cui, alla destra entrando, leggesi una lapide che ne ricorda il fondatore. Di rilievo anche le inferriate del prospetto che furono modellate su quelle del Palazzo Reale di Napoli, donate poi in parte alla Patria nell’Era Fascista, e sostituite con altre simili. Progettista di questo palazzo fu l’Architetto Santacroce, che lo fu anche del Teatro Curci di Barletta. È oggi abitato, nella parte di rappresentanza(ben visibile), da un discendente della famiglia.